Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Tuena Filippo
Titolo: Le variazioni di Reinach
Editore: Rizzoli 2005
Un po' saggio, un po' romanzo, un po' raccolta di docmenti d'archivio e reperti fotografici, un po'esperienza autobiografica, questo libro straordinariamente ricco di suggestioni ci trasporta dal presente, quando una visita al bel museo parigino Nissim de Camondo, nel Parc Monceau, che anche noi facciamo insieme all'autore, è l'occasione per incontrare una ricca e potente famiglia di ebrei parigini, i Camondo, e ricostruirne la vita, la ricchezza, la storia privata che si intreccia con quella pubblica fino al tragico epilogo, quello che vede gli ultimi eredi, i giovani Fanny e Bertrand, sparire nell'orrore di Auschwitz.
Insieme a Filippo Tuena facciamo un viaggio a ritroso nella storia , nella società, nell'arte, nella burocrazia, nell'ingiustizia e nel razzismo che siamo abituati ad ascrivere alla Germania nazista ma che in questo libro coinvolge la Francia in modo drammatico.
La parte iniziale del romanzo, quella più proustiana, ci mostra momenti straordianri della storia della Parigi fine secolo, quella che chiunque ami la cultura francese avrebbe voluto vivere; l'ultima parte invece, la più dolorosa, è una pagina inedita della storia della deportazione degli ebrei francesi, dal campo di Drancy, poco fuori Parigi, al binario di Auschwitz. Anche qui l'autore ha cercato documenti che ricostruissero gli ultimi mesi dei suoi protagonisti, poco ha trovato, molto ha immaginato, e noi con lui.

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